Solution Focused Approach: basta una chiave.
10/10/2022
Il Solution Focused Approach velocizza le azioni, offre una struttura metodologica, è adattabile in diversi contesti. Ma in cosa consiste tale approccio? Come applicarlo nei team e nelle organizzazioni? Approfondiamo il tema e scopriamo come puntare alla soluzione aiuta a risolvere i problemi.
Marco Matera
Supervisor, Business Coach e Trainer
Marta Ghislandi
Communication specialist
Solution Focused Work: una narrazione
Il Solution Focused Approach inizia a metter le sue radici quando, negli anni ‘80, Steve De Shezar e Insoo Kim Berg fondano l’approccio metodologico di terapia breve chiamato Solution Focused Work (SFW). Tale approccio, che ha una base epistemologica socio costruzionista, era inizialmente destinato alla terapia familiare.
Qual è la vera rivoluzione del Solution Focused Work?
Il SFW si occupa di soluzioni senza approfondire il problema. De Shazer e Kim Berg, infatti, non approfondivano il problema dei loro clienti, ma valorizzavano quello che funzionava, spostando l’attenzione dal problema ai vantaggi offerti dalle ipotesi e idee di soluzioni.
La natura socio costruzionista del metodo afferma che la realtà non esiste in quanto tale, ma è costruita dalla narrazione. In altre parole, quindi, a seconda di come ci raccontiamo la propria vita costruiamo la realtà.
Il mindset Solution Focused
Ad un certo punto, Kim Berg capì che il Solution Focused Work non era applicabile soltanto alla terapia familiare, ma poteva uscire dai confini della psicoterapia. Potenzialmente, il loro approccio metodologico era rivolto a chiunque perché poteva essere considerato un mindset, applicabile ai pazienti che seguivano la terapia fino ai contesti aziendali, ma anche alle relazioni personali, ai team di lavoro, agli enti istituzionali e alle scuole. E’ nato il mindset Solution Focused.
Il mindset SF entra così in ambiti differenti e inizia ad espandersi nell’ambito della consulenza e nelle aziende.
Proprio da qui, inizia a prendere vita il Solution Focused Approach (SFA).
Come scriviamo la lista della spesa?
Come ricordano Mark McKergow e Paul Jackson’s, nel libro Punta alla Soluzione, quando si fa la lista della spesa, siamo soliti scrivere le cose di cui abbiamo necessità, quelle che dobbiamo comprare, non quelle che non ci servono.
Invece, accade che in altre situazioni il ragionamento che mettiamo in atto è inverso: partiamo da ciò che non vogliamo. Siamo portati a cercare di risolvere il problema e a trovare un modo per risolverlo. Ovviamente questo modo di pensare è appropriato nei casi in cui, per esempio, bisogna diagnosticare un problema di salute o aggiustare il motore di un’automobile.
Con le persone, De Shazer e Kim Berg hanno dimostrato in terapia che non è necessario analizzare il perché delle cose, andando contro il classico mindset dell’epoca, e probabilmente anche quello attuale.
La chiave del Solution Focused Approach
“Per aprire la porta non serve sapere come funziona la serratura, ti basta avere la chiave”
Steve De Shazer
La figura del consulente, coach o facilitatore non porta la soluzione, non ha le risposte. Nel SF, la chiave per aprire la soluzione la possiede il cliente. Infatti, il cliente è la persona che ha le risorse per trovare la chiave, perché conosce le dinamiche del contesto e delle caratteristiche del problema. La figura Solution Focus aiuta il cliente a trovare questa chiave che è stata persa, dimenticata o non è ancora stata trovata.
Quando si ha un problema si tende a rimanere incastrati nella narrazione che viene costruita attorno alla situazione. Come già visto all’inizio dell’articolo, le narrazioni costruiscono la realtà.
La narrazione del problema crea una cornice e diventa un vincolo. Attraverso il dialogo, si stimola la riflessione sulle possibili soluzioni e ciò permette di spostarsi fuori dai confini della cornice. La scoperta di nuovi piani e livelli, e la riscoperta delle cose funzionano già consente di trovare la chiave mancante.
I vantaggi del SFA in azienda
I vantaggi in azienda dell’applicazione del mindset Solution Focused sono molteplici.
Alcuni aspetti importanti del SFA:
- Lavorare su ciò che funziona e valorizzarlo, più che indagare su quello che non funziona
- Stare un passo indietro rispetto al cliente. Come abbiamo già visto nel paragrafo precedente, il cliente ha le risorse, ha il sapere. Il consulente, coach o facilitatore si pone in modalità “non conoscenza” e lascia che il cliente abbia sempre in mano la situazione essendo lui l’esperto del problema. L’approccio Solution Focused aiuta a “far emergere dal basso” le soluzioni.
- Per la natura socio costruzionista del metodo SF, non esiste l’affermazione “questa è la verità”, ma si procede con un approfondimento su quello che sta funzionando, tenendo in considerazione le diverse narrazioni e cornici.
- Il Solution Focused Approach sposta l’energia dalla lamentela all’azione.
Questo ci porta a fare una piccola riflessione sulle riunioni in azienda.
Usciamo felici dalle riunioni? Uno dei motivi per cui si fa una riunione è perché c’è un problema.
Spesso si inizia ad affrontare la situazione indagando sugli aspetti negativi, concentrando le energie sulle pratiche e le dinamiche che non funzionano con uno sguardo sempre rivolto al passato. Oppure le riunioni diventano il luogo della lamentela, spesso vista come una soluzione o valvola di sfogo al problema, che concentra l’attenzione su quello che non funziona cercando un capro espiatorio o peggio una vittima sacrificale e porta alla de-responsabilizzazione.
Il Solution Focused Approach, invece, invita a iniziare le riunioni rispondendo alle domande “Cosa abbiamo fatto di bello? Quali risultati positivi abbiamo ottenuto?”. Il racconto condiviso dei successi attiva il riconoscimento da parte del team di tutto quello che è stato ottenuto, innescando potenzialmente delle riflessioni sulle risorse disponibili per raggiungere la soluzione.
Oltre all’individuazione (a parole) delle possibili azioni necessarie, il Solution Focused Approach consente di costruire gli step da compiere per arrivare alle soluzioni.
Immagina un ipotetico viaggio dall’isola del problema all’isola delle soluzioni, senza dover passare dall’isola della lamentela, dall’arcipelago delle colpe, dall’isola delle cause..
Questo viaggio viene costruito a ritroso, attraverso un ragionamento che inizia dalla domanda “Supponi che quello che faremo sarà utile, cosa ci sarà di diverso?”. Dalle differenze individuate, si delinea il percorso a ritroso degli step da fare, stimolando un’azione proattiva con uno sguardo verso il futuro e sui possibili progressi.
Il SFA applicato durante le riunioni aiuta a guardare in modo oggettivo a quello che funziona, aiuta a spostare l’energia dalla lamentela all’azione pro attiva, aiuta ad attivare le risorse già disponibili e crea un linguaggio focalizzato sugli aspetti positivi che diventano l’innesco per le ipotesi di soluzioni.
“Posso non sapere cosa è bene, ma sicuramente so cosa è meglio”
Steve De Shazer
Come applicare il mindset Solution Focused in azienda?
Il SFA viene applicato in azienda grazie al coinvolgimento di un coach, o di un consulente, o di un facilitatore interno. La supervisione e intervisione sono altre di metodologie che aiutano nella diffusione del mindset SF in contesti aziendali.
Vediamo, quindi, come il Solution Focused Approach viene introdotto:
- tramite il coaching o la consulenza esterna grazie alla relazione con la figura di un coach solution focus.
- tramite un Solution Focused Facilitator. Attraverso la formazione, alcune persone interne all’azienda acquisiscono il mindset Solution Focused. Il percorso formativo è breve rispetto a quello per diventare dei veri e propri coach, ma permette di creare dei facilitatori capaci di condividere il mindset, di guardare a cosa funziona, di guidare le riunioni e il percorso verso la chiave della soluzione dal basso. I Solution Focused Facilitator che fanno parte del team diventano così dei catalizzatori del cambiamento.
- tramite intervisione. L’intervisione è uno spazio protetto in cui il team stesso, in totale autonomia, far emergere quello che sta funzionando e quello che potrebbe essere utile, fornendo una visione diversa, fuori dagli schemi.
- tramite supervisione, a valorizzare quello che si dà per scontato più che analizzare quello che non funziona.La supervisione focalizzata alle soluzioni permette di fermarsi e riflettere da un punto di osservazione esterno, uscendo così dai possibili bias dovuti all’appartenenza. Permette di guardare oltre.
Perché adottare il solution focus?
Già nei paragrafi precedenti sono emersi interessanti spunti di riflessione sul perché introdurre il SFA nel proprio contesto lavorativo. Di seguito ne evidenziamo alcuni. Il Solution Focused Approach:
- velocizza le azioni;
- offre una struttura metodologica che si appoggia a delle azioni e a degli step pratici;
- richiede un elevato livello di fiducia. Ci si deve fidare che l’altro ha le soluzioni. Il consulente esterno non può imporre il suo modello, il rischio è che il cliente vada in resistenza. Chiedendo, invece, al cliente che cosa vuole ottenere e cosa vuole cambiare con una domanda simile a “Supponi che cambi, cosa vuoi ottenere di diverso?”, i vantaggi personali, comunitari, aziendali emergono. In funzione di questi vantaggi, il cliente sarà più motivato a compiere azioni verso il cambiamento.
- è adottabile nei più svariati contesti proprio perché per sua natura è un mindset. Lo si può applicare nelle relazioni, nei team, in azienda, a scuola, con sé stessi.

Risorse
Corso “Solution Focused Facilitator”
Corso “Riunioni da cui si esce felici”
Coaching & Supervisione
Articolo Steve De Shezar “The Death of Resistence”, pubblicato, dopo essere stato rifiutato 17, volte il 3 maggio 1984, giorno in cui ogni anno si festeggia il Solution Focus Day.
Sito di Marco Matera
Libro “Punta alla Soluzione”